ARGAN: OLTRE L’OLIO C’È MOLTO DI PIÙ!

Argania spinosa sp.: è questo il nome della pianta di Argan. Specie botanica utilizzata fin dall’antichità, conosciuta in tutto il mondo per il pregiatissimo olio che si ottiene dalla spremitura dei suoi semi. Attraverso questo articolo andremo alla scoperta di ciò che spesso, dell’Argan, non si racconta. Impareremo a conoscere il deserto, da cui l’Argan proviene, e le meravigliose donne Berbere che quotidianamente ne lavorano i frutti. Scopriremo quali sono le altre materie prime che è possibile ricavare dall’Argan e perché questo albero, dai rami tanto spinosi, continua a confermarsi un vero e proprio tesoro vegetale.

Alzi la mano chi non si è mai lasciato tentare dal claim “Olio di Argan” nella scelta di un cosmetico!
Nessuno, vero?
I colori ambrati delle confezioni e quella suadente sensazione di avere, tra le mani, un piccolo tesoro d’altri mondi non lascia scampo ad altre possibilità. L’Argan piace, piace tanto.
E si trova ovunque: shampoo, balsamo, bagno doccia e persino nelle tinture per capelli.
Dell’Argan si usa soprattutto l’olio ottenuto attraverso la spremitura a freddo dei suoi semi: in INCI, lo troviamo espresso dalla voce Argania spinosa kernel oil. L’olio di Argan possiede numerose proprietà benefiche poiché è ricco di acidi grassi insaturi (acido linoleico, acido oleico) e antiossidanti. Ma cadremmo in errore se pensassimo che l’olio sia l’unica materia prima ottenibile dall’Argan: ve ne sono altre, altrettanto interessanti, di cui oggi ti racconteremo!

Stai con noi e goditi questa storia incredibile.

L’Argania spinosa è una pianta endemica del Marocco. Più precisamente, gli arganeti sono diffusi nel Sud Est del Paese Nordafricano: circondati dall’Oceano Atlantico, dalle alte montagne dell’Atlante e dal deserto del Sahara che ne determina i confini di espansione.

L’albero di Argan mantiene un’altezza modesta ma risulta essere molto voluminoso a causa dei rami spinosi di cui si compone tutta la sua parte aerea. La crescita della pianta è molto lenta: la produzione massima di frutti si ottiene intorno ai 60 anni di età.

Incredibile, non trovi? Si tratta, comunque, di una pianta molto longeva: alcuni alberi sembra abbiano circa 400 anni! Tutto questo ci suggerisce, fin da subito, un profondo e antichissimo legame con gli abitanti di quella zona del Magreb i quali, nel corso della storia, hanno imparato a trarre dall’Argan numerosissimi benefici.
Per centinaia di anni, infatti, l’olio di Argan è stato parte integrante della dieta, delle tradizioni e della cura del popolo Berbero, un’etnia indigena del Nord Africa.

Oggi, 2.560.000 ettari di arganeto sono stati eletti, dall’UNESCO, Riserva della Biosfera e tutte le tradizioni legate all’Argan sono divenute, sempre grazie all’UNESCO, Patrimonio Culturale Intangibile dell’Umanità.

LA LAVORAZIONE DELL’ARGAN
L’Argan viene coltivato soprattutto per i suoi frutti, bacche ovali delle dimensioni di una grossa oliva. Al loro interno si trova uno strato intermedio, molto duro, che funge da guscio per i preziosi semi.

CURIOSITÀ: un tempo, i rami nodosi scoraggiavano la raccolta a mano delle bacche e così, per adempiere il particolare compito, venivano utilizzate le capre che, saltando abilmente di ramo in ramo, si cibavano delle bacche espellendo i noccioli duri dell’argan.
Questi venivano poi raccolti e lavorati.
Oggi questa pratica è caduta in disuso ma è ancora possibile incontrare, lungo le strade polverose, decine di capre arroccate sugli alberi: ghiotte e a quanto pare molto felici.

Ogni anno, le bacche di Argan vengono raccolte e poi lasciate essiccare durante gli assolati mesi estivi. Successivamente, il guscio interno viene aperto tramite l’utilizzo di mortai e piccole incudini e i semi vengono tenuti da parte per poi essere spremuti a freddo. Si tratta di un processo meticoloso che richiede concentrazione e forza: il seme dev’essere estratto con precisione chirurgica, altrimenti si rischia che venga schiacciato dal pestello e risulti non più utilizzabile.

A proposito di questo incredibile processo lavorativo, abbiamo una storia di coraggio e determinazione da raccontarti: fino a qualche decennio fa, alla produzione di olio di Argan partecipavano soprattutto donne vedove oppure divorziate. Questo accadeva a causa di una visione della donna e del lavoro piuttosto conservativa da parte del popolo Berbero. L’olio veniva venduto a prezzi molto bassi in ogni angolo del Marocco e tutta la tradizione legata all’Argan non era affatto valorizzata. Col tempo, l’olio ha cominciato a diffondersi anche oltre i confini dell’Africa ed è divenuto una preziosa materia prima per i maggiori mercati mondiali, soprattutto per quanto riguarda il settore cosmetico. Questo ha fatto sì che aumentasse la domanda di olio di Argan ma soprattutto la curiosità verso la cultura Berbera.

In Marocco, nel corso degli anni, sono nate più di 150 cooperative femminili: organizzazioni guidate da donne berbere lavoratrici che, quotidianamente, si danno da fare perché il patrimonio culturale della lavorazione dell’Argan venga preservato nel tempo. Grazie a loro è progressivamente cambiato il ruolo della donna all’interno della comunità berbera. All’inizio non è stato affatto semplice convincere mariti e familiari ed è servito del tempo perché anche loro capissero l’importanza di un tale cambiamento culturale.

In una interessante intervista, Amina Ait Taleb, presidentessa dell’associazione Taitmatine, racconta che: “quando abbiamo creato la cooperativa, gli uomini non erano d’accordo riguardo al fatto che le loro mogli uscissero di casa per lavorare; solo col tempo, attraverso il lavoro delle associazioni e anche del supporto delle autorità, siamo riusciti a cambiare la mentalità degli uomini e delle stesse donne e a convincere tutti del grande potenziale di ciò che stavamo facendo. È grazie alle organizzazioni come questa se oggi le donne possono lavorare non solo alla produzione di olio di Argan ma anche alla promozione del territorio e della cultura di questo territorio”.

L’Argan ha assunto così, nel tempo, una duplice valenza: non solo materia prima, preziosa per l’economia locale, ma soprattutto mezzo di emancipazione per lavoratrici indipendenti marocchine. Evviva!

OLTRE L’OLIO DI ARGAN

Esistono altre materie prime derivabili dall’Argan? In che modo possono essere utilizzate?
Ebbene sì, ne esistono almeno altre due di cui ci piacerebbe parlarti.

La prima viene indicata in INCI col nome: Argan Oil Polyglyceryl-6 Esters. Si tratta di un ingrediente utilizzato come emulsionante oppure come tensioattivo. Un mix di esteri, composti organici derivanti dall’olio di Argan, ottenuti tramite una reazione di transesterificazione (la formazione di un estere a partire da un altro estere) con la poliglicerina-6.

Il secondo ingrediente, è indicato in INCI col termine: Argania spinosa shell powder. Come suggerisce il nome, si tratta della polvere ottenuta dalla triturazione del guscio esterno del seme. A seconda della granulometria della polvere, è possibile impiegare questa materia prima nella formulazione di diversi prodotti.
In cosmesi, la polvere di Argan viene utilizzata negli scrub grazie al suo potere esfoliante. Attraverso la sua azione meccanica, contribuisce all’assottigliamento della grana della pelle, favorendo il turnover cellulare e donando un aspetto luminoso all’incarnato.

CURIOSITÀ DAL NOSTRO LAB: sebbene molto spesso si pensi il contrario, più è piccolo il grano utilizzato nello scrub, più l’area della sua superficie sarà maggiore e quindi maggiore sarà anche il suo contatto con la pelle. Per questo motivo, un grano piccolo possiede un’azione esfoliante più intensa di un grano grande. Pensateci quando acquistate il vostro scrub preferito!

E tu, conosci altre materie prime provenienti dall’Argan?
Faccelo sapere con un commento!

ps: i nostri racconti sono tutti frutto di uno studio attento e dettagliato delle fonti. Nel caso in cui trovassi inesattezze oppure desiderassi puntualizzare qualcosa, ti invitiamo a scriverci: non siamo qui per insegnare soltanto ma per imparare soprattutto, insieme!

FONTI:

  • Amina Ait Taleb [GIE TARGANINE]: https://www.fairtradeconnection.org/amina-ait-taleb-gie-targanine-2/
  • Beauty Trend Watch. 2018. Cosmetica Italia.
  • Huang P. (2017). Liquid Gold: Berber Women and the Argan Oil Co-operatives in Morocco. International Journal of Intangible Heritage. 2017, Vol 12, pp.140-155, ref 19.
  • Morton G. F., Voss L. Gilbert. (1987). The Argan Tree (Argania syderoxylon, Sapotaceae), A Desert Source of Edible Oil. Economic Botany, 41(2), 1987, pp 221-223. New York Botanical Garden, Bronx, Miami, FL 33149.
  • Targanine, una realtà in forte sviluppo: https://www.altromercato.it/it_it/produttori/targanine/

FOTO: Unsplash, GALACADEMY.

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