INCI: come leggere correttamente l’etichetta dei cosmetici

Fino al 1997, le etichette dei cosmetici non erano tenute ad esporre tutti gli ingredienti contenuti nel prodotto. Vi si trovavano, infatti, informazioni frammentarie, riguardanti solo alcune delle materie prime impiegate.
Col tempo ci si è resi conto della necessità di un sistema che fosse il più possibile trasparente ed è per questo motivo che oggi, su tutti i cosmetici, troviamo informazioni dettagliate sulle materie prime utilizzate: l’INCI, appunto.

Il termine INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) indica una importantissima denominazione internazionale, correntemente utilizzata per elencare tutti gli ingredienti presenti all’interno di un cosmetico.
L’INCI dev’essere obbligatoriamente inserito sull’imballaggio di tutti i cosmetici: lo si può trovare, infatti, sul packaging primario (flaconi o vasi contenenti, al loro interno, il prodotto) oppure su quello secondario (l’astuccio di cartone che spesso riveste i prodotti).
In Italia, l’obbligo di esporre l’INCI esiste dal 1° gennaio 1997: prima di allora, i cosmetici riportavano informazioni frammentarie, assolutamente non sufficienti al fine di una scelta consapevole dei prodotti.

Tutti i prodotti della linea BOY DE CHANEL

COME SI È ARRIVATI ALL’ADOZIONE DELL’INCI?
Già negli anni ’40 l’intera industria cosmetica rifletteva sulla necessità di ordinare e classificare gli ingredienti comunemente utilizzati nella formulazione dei cosmetici. Il progetto INCI era ancora molto lontano eppure era già manifesto l’intento di sviluppare uno standard che fosse il più possibile univoco e chiaro. Qualche decennio dopo, negli Stati Uniti, l’associazione Personal Care Products Council presentò all’FDA un possibile progetto di catalogazione degli ingredienti e nel 1973 venne pubblicata la prima edizione del dizionario degli Ingredienti Cosmetici, anche chiamato CTFA Adopted Name (3).

Il passo successivo fu quello di far conoscere il Dizionario ovunque nel mondo e per questo motivo, nel 1993 il suo nome venne modificato in: Nomenclatura Internazionale degli Ingredienti Cosmetici, INCI appunto. Oggi l’elenco è diffuso negli USA, in tutta Europa, Brasile, Canada ed in moltissimi altri Paesi. In Italia è stato presentato il 1°giugno 1996 dalla Gazzetta ufficiale delle Comunità Europee ed è entrato in vigore il 1° gennaio 1997. All’elaborazione dell’elenco ha contribuito, in modo sostanziale, l’Associazione europea delle industrie dei prodotti cosmetici e da toeletta (COLIPA).

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Tra i benefici principali dell’utilizzo dell’INCI, vi è certamente la possibilità del consumatore di comprendere meglio ciò che ci si appresta ad acquistare. Sebbene sia quasi impossibile conoscere tutti gli ingredienti attualmente presenti in archivio, l’INCI è certamente un sistema di indagine molto utile nel caso si intenda evitare specifiche materie prime, per volontà del soggetto – ad esempio “no a tutti gli ingredienti di origine animale” – oppure a causa di allergie conosciute.

COME SI LEGGE L’INCI?
Gli ingredienti riportati in etichetta seguono uno schema preciso: vengono inseriti in ordine decrescente di peso, quindi a partire dal più abbondante. Tutti gli ingredienti la cui concentrazione risulti inferiore all’1% possono essere aggiunti in INCI secondo un ordine sparso, purché seguano, e mai precedano, quelli presenti in concentrazioni maggiori dell’1%. Un dato di cui non disponiamo è questo: non possiamo sapere dove inizia l’ordine casuale delle materie prime presenti in concentrazioni minori. Tutti gli INCI devono obbligatoriamente essere introdotti dal termine “ingredients” e gli ingredienti, inseriti in etichetta con l’apposita, univoca, denominazione, devono risultare registrati nell’Inventario Europeo degli Ingredienti Cosmetici, presentato su decisione della Commissione il 09 febbraio 2006 (2).
È attualmente in fase di definizione da parte della Commisione Europea il nuovo glossario dei nomi degli ingredienti da utilizzare nei prodotti cosmetici. Conterrà più di 26000 materie prime.

I nomi degli ingredienti in INCI non corrispondono quasi mai ai loro nomi comuni.
Per le specie vegetali, e per i sostantivi classici della farmacopea, si utilizza la nomenclatura binomiale latina – l’estratto di fiori di lavanda, ad esempio, viene indicato come Lavandula angustifolia flower extract -. Per tutti gli altri nomi si utilizza la lingua inglese, ad eccezione del termine francese Parfum che sta ad indicare, appunto, il profumo. Per quanto riguarda i coloranti, si fa riferimento ad un indice internazionale che li classifica col suffisso CI (COLOUR INDEX) seguito dalla cifra numerica specifica del colore. L’ossido di ferro nero, ad esempio, corrisponde al pigmento indicato come CI 77499.

L’inserimento dell’INCI in etichetta ha rivoluzionato la maniera di guardare ai cosmetici e, col tempo, è sorto un grande interesse da parte del consumatore finale. Oggi, del resto, capita a tutti noi di scorrere la serie di nomi latini o inglesi, riportati nel retro dei prodotti, alla ricerca degli ingredienti che vogliamo oppure non vogliamo portare a casa con noi.

È molto importante tenere a mente che l’INCI non dona alcuna informazione sulla tossicità, sicurezza oppure sulla purezza di una materia prima.
Ciascuna sostanza ammessa dalla Commissione, e quindi utilizzabile nella formulazione cosmetica, è ritenuta conforme alle prescrizioni relative alla sicurezza. Negli allegati del Regolamento della Comunità Europea n. 1223/2009, la normativa di settore in vigore, è possibile trovare gli elenchi completi delle sostanze non ammesse e di quelle ammesse con limitazioni.

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Ci teniamo a ricordare, a questo proposito, che quando si sceglie un cosmetico bisognerebbe riservare molto interesse alle certificazioni di prodotto dichiarate sul packaging. Sono gli standard di certificazione, infatti, a fornire ulteriori informazioni sul prodotto, sulla selezione delle materie prime impiegate e sulla sostenibilità ambientale del loro processo di produzione.

Ciascuna sostanza ammessa dalla Commissione, e quindi utilizzabile nella formulazione cosmetica, è ritenuta conforme alle prescrizioni

ps: i nostri racconti sono tutti frutto di uno studio attento e dettagliato delle fonti. Nel caso in cui trovassi inesattezze oppure desiderassi puntualizzare qualcosa, ti invitiamo a scriverci: non siamo qui per insegnare soltanto ma per imparare soprattutto, insieme!

FONTI

  • Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee. Inventario Europeo degli Ingredienti Cosmetici. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_normativa_984_allegato.pdf
  • Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee. Legislazione 132 del 1° giugno 1996. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:L:1996:132:FULL&from=IT
  • Joanne Nikitakis. Beth Lange. Ingredient Dictionaryand HandbookInternational CosmeticSixteenth Edition2016. Volume 1.

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