Pongamia: tutto sul filtro solare naturale asiatico
La Pongamia pinnata è una pianta che cresce spontanea lungo le coste dell’India e di molti Paesi dell’Asia tropicale e temperata. L’olio che si estrae dai suoi semi e dalle sue foglie viene utilizzato nella formulazione di cosmetici solari perché mostra ottime capacità di filtrare i raggi solari UVA e UVB. Scopriamo di più!
La Pongamia, nome scientifico Pongamia pinnata, è una pianta appartenente alla famiglia delle leguminose -cugina di fagioli e acacia, per intenderci-, che cresce spontanea in molti Paesi dell’Asia.
Si tratta di una specie botanica largamente utilizzata nella medicina tradizionale indiana e, per questo motivo, assume diversi nomi a seconda del territorio e del contesto in cui la troviamo: Karanja, in marathi e hindi, oppure Maktamala in sanscrito.
Pongamia come filtro solare naturale
Il motivo principale per cui anche in Europa -e nel resto del mondo- parliamo sempre più spesso di Pongamia, riguarda le proprietà fotoassorbenti dell’olio che si estrae dai suoi semi e dalle sue foglie.
In uno studio ben approfondito [1], pubblicato qualche anno fa da un gruppo di ricerca indiano, l’attività della Pongamia come filtro solare naturale era confrontata a quella -ben più conosciuta- del filtro solare chimico noto col nome di acido aminobenzoico.
Dai risultati degli studi effettuati veniva chiaramente messo in evidenza che gli estratti delle foglie di Pongamia sono in grado di assorbire molto bene sia i raggi UVA che i raggi UVB e che, per questo motivo, possono essere inseriti nelle formulazioni dei prodotti solari per contribuire al fotoassorbimento insieme ai filtri convenzionali.
L’importanza di studiare la capacità delle piante di filtrare i raggi UVA e UVB deriva proprio dalla necessità di trovare un’alternativa all’utilizzo di filtri solari chimici come benzofenone, antranilati, cinnamati, salicilati e dibenzoilmetani. In questo senso, impiegare filtri solari naturali come l’olio di Pongamia permette ai formulatori di ottenere un prodotto performante e di ridurre l’uso di materie prime di sintesi.
Qualche cenno legislativo sui filtri solari
Nel regolamento della Comunità Europea 1223/2009 sui cosmetici, l’olio di Pongamia pinnata non viene inserito tra i filtri solari ufficiali. Questo vuol dire che nell’INCI di una crema solare non troverete mai soltanto la pongamia ma sempre almeno un filtro -fisico o chimico- come ossido di zinco oppure ottinoxato.
Prima di poter essere impiegati in laboratorio, i filtri solari vengono valutati dallo Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS), il comitato che ne approva e delimita la concentrazione d’uso. Nel caso dell’olio di Pongamia, questo può essere utilizzato, dunque, come coadiuvante dei filtri solari inclusi nel regolamento ma non può essere impiegato da solo in formula.
Non è l’unico caso. Lo stesso accade, ad esempio, con l’olio di sesamo, che ha un buon potere di assorbimento dei raggi UVB.
Ulteriori proprietà dell’olio di pongamia
Oltre a essere utilizzato come filtro solare naturale, l’olio di Pongamia è conosciuto da tempo perché possiede molteplici proprietà. Innanzitutto è ricco di furanoflavonoidi come karangina, pongapina, kanjone e pongamolo, che oltre a proteggere la pelle dal sole contribuiscono a rallentare l’invecchiamento cutaneo –sono ottimi antiage!
L’olio di pongamia è costituito, inoltre, da flavonoidi semplici e da acidi grassi, come l’acido arachidonico, che lo rendono un ingrediente dall’azione emolliente e antinfiammatoria.
Qualche cenno botanico sulla pongamia
Pongamia pinnata è una specie botanica appartenente alla famiglia delle Leguminose. Si tratta di un albero di medie dimensioni (va dai 15 ai 25 metri di altezza), molto comune in Asia tropicale e temperata: cresce in India e Giappone, in Thailandia e Malesia, fino alle coste nordorientali dell’Australia.
I semi di cui tanto abbiamo parlato, possiamo immaginarli come dei “fagioli”, contenuti in un baccello marrone e piatto che matura in circa 10 mesi.
Curiosità: i baccelli della pongamia contengono un massimo di due semi al loro interno e non si aprono naturalmente alla maturazione ma hanno bisogno di cadere a terra e decomporsi prima di poter germinare. Per questo motivo non vengono utilizzati come cibo dagli animali e lo stesso olio di pongamia non risulta edibile per l’uomo!
Oltre agli usi cosmetici, la pongamia viene spesso utilizzata per le sue folte chiome, che offrono riparo dal calore e dal vento. I fiori, bianchi e rosa, essendo ricchi di nutrienti e di azoto, sono spesso impiegati come compost per fertilizzare i terreni agricoli.
Se ti è piaciuto questo articolo, scopri i nostri consigli per conoscere la cosmesi equosolidale e dai uno sguardo all’articolo sul make-up sostenibile.
Seguici su Instagram per tanti altri consigli di bellezza e benessere e per seguire le nostre attività in lab!
FONTI
- Shenoy, A.P., Khot S.S., Chavan, C.M., Takawale, V.J., Singh, S. Study of sunscreen activity of aqueous, methanol and acetone extracts of leaves of Pongamia pinnata (L.) Pierre, Fabaceae. University of Pune, 2010.
- Couteau, Céline; Dupont, Coraline; Paparis, Eva; Coiffard, Laurence J.M. (2020). Demonstration of the dangerous nature of âhomemadeâ sunscreen recipes. Journal of Cosmetic Dermatology, (), jocd.13783–. doi:10.1111/jocd.13783