SEBO: DI COSA SI TRATTA?
Attraverso questo articolo continuiamo a parlare di pelli impure. Analizzeremo insieme, infatti, la composizione e il ruolo, molto importante, che il sebo occupa per la nostra pelle. Se anche voi, come noi, vi siete chieste come mai, in alcuni momenti, la pelle del viso diventi piuttosto lucida, questo articolo fa proprio al caso vostro!
COS’É IL SEBO?
Il sebo è un fluido viscoso, composto da una miscela di lipidi, che rappresenta il 95% di tutti i lipidi cutanei prodotti dall’unità pilo sebacea. (6)
La composizione del sebo varia lungo il tragitto che questo segue all’interno del follicolo pilifero, grazie all’attività enzimatica dei batteri residenti sulla superficie cutanea. La composizione del sebo sulla superficie epidermica è la seguente: trigliceridi (40%), esteri cerosi (20%), acidi grassi liberi (20%), squalene (15%), esteri di colesterolo e steroli (5%). (3)
Normalmente, la produzione di sebo è pari a 1 mg/10cm2 ogni tre ore. Quando la concentrazione diminuisce a 0.5 mg/10cm2 ogni tre ore, si parla di pelle secca o xerosi; mentre, quando supera gli 1.5 mg/10cm2 ogni tre ore, si definisce pelle grassa o seborrea. (1)
A COSA SERVE IL SEBO?
Per quanto riguarda le funzioni del sebo, non ne esiste ancora chiara certezza. Si pensa che sia importante per mantenere idratazione dello strato corneo, avere una debole azione antibatterica e funzionare da trasporto della vitamina E, che concorre a proteggere la pelle dall’ossidazione (6).
COME SI FORMA IL SEBO?
La sua produzione è influenzata da diversi fattori, tra cui l’ambiente e il periodo dell’anno: ci sono diversi studi che mostrano che il sebo aumenta durante la primavera, l’estate (1) e anche in presenza di clima umido e caldo (è stato stimato un aumento di circa il 10% ogni 1C°. (2)
Oltre ai fattori esogeni, la produzione di sebo è influenzata anche da fattori endogeni come gli androgeni (in particolare testosterone e diidrotestosterone), melanocortina, retinoidi e fattore di crescita insulino-simile. (6)
Sono stati indagati anche fattori genetici: è stato condotto, ad esempio, uno studio su 20 coppie di gemelli omozigoti ed eterozigoti, dei quali è stata valutata la produzione di sebo e la severità dell’acne eventualmente collegata. Si è visto come la produzione di sebo fosse identica nei gemelli omozigoti e diversa in gemelli eterogizoti suggerendo, quindi, un fattore genetico di controllo della produzione di sebo. (4)
Uno studio condotto su 160 adolescenti, invece, ha analizzato il rapporto tra stress e livelli di sebo: sebbene intuitivamente si possa pensare che esista una correlazione tra i fattori, in realtà lo stress non aumenta la concentrazione e l’escrezione di sebo dalla ghiandola, ma la severità dell’acne. (5)
Attenzione: quando parliamo di acne, ricordiamoci sempre che stiamo analizzando una manifestazione patologica che avviene quando nei follicoli cosiddetti sebacei, cioè caratterizzati da una voluminosa ghiandola sebacea e da un pelo sottile, si determina un’ipercheratosi della porzione infrainfunbibulare del follicolo pilifero. (3)
In effetti, le evidenze dello studio sul sebo suggeriscono che in caso di stress, si ottiene un’alterazione nella sintesi dell’ormone di rilascio della corticotropina, (che è un ormone ipotalamico e un neurotrasmettitore coinvolto nella risposta allo stress), che agisce sulla ghiandola sebacea, modificando la composizione dei lipidi secreti. (5)
Inoltre, questo neurotrasmettitore agisce sulle fibre nervose che si trovano in prossimità della ghiandola pilosebacea, stimolando il rilascio di mediatori dell’infiammazione e lipidi specifici che determinano un’infiammazione della ghiandola la quale, a sua volta, accentua la severità dell’acne. (5)
La quantità di sebo prodotta nel corso della vita non è costante, ma varia. Le ghiandole sebacee sono già attive nell’ultimo trimestre della vita intrauterina, poiché producono la “vernix caseosa”, un film lipidico che protegge la pelle del feto dal liquido amniotico. (1)
Qualche settimana dopo la nascita del neonato, e fino alla pubertà, la produzione di sebo decresce. È proprio dal momento della pubertà in poi che subisce un’incredibile accelerata: la secrezione maggiore si ha tra i 15 e i 35 anni. Successivamente, la produzione rimane pressoché costante fino alla menopausa per le donne, e circa intorno ai 60-70 anni per gli uomini, quando i cambiamenti cutanei legati all’età si uniscono a un aumento di oleosità indotto dalle ghiandole sebacee. (2)
Un altro studio, condotto su 60 donne di età compresa tra i 39 e 55 anni, ha dimostrato come l’eccesso di sebo prodotto in una pelle matura sia una delle cause di una maggiore severità nella formazione delle rughe. Questo a causa della disomogeneità dello strato corneo, e della diminuita elasticità cutanea, causata dalla presenza di pori dilatati (per l’aumento della grandezza delle ghiandole sebacee). (2)
Interessante è anche il recentissimo studio condotto da Rosmelia et al. sugli effetti del Ramadan in relazione alla produzione di sebo. Gli scienziati, in questo caso, hanno analizzato, in particolare, il carico glicemico, l’assunzione di latticini giornaliera e la qualità del sonno. (6)
L’alto carico glicemico, del resto, determina un aumento della sintesi di insulina che, a sua volta, comporta un aumento della secrezione di sebo. Anche la buona qualità e durata del sonno notturno comporta l’aumento della produzione del sebo, in particolare nella zona T del viso. La correlazione tra sonno e sebo è data dalla concentrazione di testosterone: quando si dorme poco e male, si riduce il livello di testosterone e di conseguenza anche la produzione di sebo; questi effetti sono più significativi nelle donne, dove i livelli di testosterone non sono cosi elevati come nei maschi, quindi le alterazioni sono più importanti (6).
In relazione allo studio di Rosmelia et al., analizzando il periodo di Ramadan, in cui si riducono il carico glicemico, l’assunzione giornaliera di latticini e le ore di sonno notturne, si dovrebbe avere una riduzione nella produzione di sebo. Tuttavia questo non accade!
Infatti, in tutti i soggetti testati si verifica un aumento nella produzione di sebo: una possibile spiegazione potrebbe essere la variazione del ritmo circadiano delle ghiandole sebacee. Infatti la produzione di sebo delle ghiandole sebacee segue un ritmo circadiano e si hanno due picchi di sintesi, uno intorno alle 12 e l’altro intorno alle 16. (6)
Durante il Ramadan, il ritmo circadiano viene completamente alterato a causa del cambio nel pattern alimentare, dei ritmi sonno-veglia e dell’inquinamento luminoso ed è questo rappresenta di fatto l’influenza maggiore nella sintesi di sebo.
Se hai trovato interessante questo articolo, forse potrà interessarti anche qualche informazione in più sulla pelle grassa e sulla cute carnosa. Buona lettura!
ps: i nostri racconti sono tutti frutto di uno studio attento e dettagliato delle fonti. Nel caso in cui trovassi inesattezze oppure desiderassi puntualizzare qualcosa, ti invitiamo a scriverci: non siamo qui per insegnare soltanto ma per imparare soprattutto, insieme!
FONTI
- Dawnielle C.Endly,Richard A. Miller 2017. Oily Skin: a review of treatment Options. J Clin Aesthet Dermatol., 10(8):49–55
- O. de Melo, P. M. B. G. Maia Campos, 2018 Characterization of oily mature skin by biophysical and skin imaging techniques. Skin Res Technol. 1–10.
- Celleno 1995 Manuale di dermocosmetologia medica, Raffaello Cortina Editore, 239-244
- Walton, E.H.Wyatt, WJ.Cunliffe, 1988. Genetic control of sebum excretion and acne — a twin study. British Journal of Dermatology 118, 393-396.
- Yosipovitch, M. Tang, A.G. Dawn, M. Chen, C.L. Goh, Y.H. Chan, L. F. Seng 2007. Study of Psychological Stress, Sebum Production and Acne Vulgaris in Adolescents. Acta Derm Venereol. 87: 135-139
- Rosmelia, Ismail Setyopranoto, Hamam Hadi, Yohanes Widodo Wirohadidjojo, 2019. The effect of Ramadan fasting on sebum production: association with nutritional intakes and sleeping pattern. Bangladesh Journal of Medical Science Vol. 18 No. 03 July’19; 546-551.
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