STOP ALLE MICROPLASTICHE NEI COSMETICI: IL DIVIETO DIVENTA LEGGE

La legge di Bilancio 2018 ha ufficializzato il divieto, per i produttori, di utilizzare microplastiche nei cosmetici da risciacquo. Scopriamo insieme cosa sono le microplastiche e in quali prodotti si nascondono.

Il 1°gennaio 2020 è entrata in vigore la legge di Bilancio 2018, che ha ufficialmente posto il divieto di utilizzare microplastiche nei cosmetici da risciacquo. Stop, dunque, alle particelle solide, in plastica, intenzionalmente aggiunte nei prodotti cosmetici ad azione esfoliante o detergente. 

Cosa sono le microplastiche? Con questo termine, vengono indicati tutti i frammenti di plastica aventi dimensioni inferiori ai 5mm. Negli ultimi 40 anni, purtroppo, la concentrazione di queste piccole particelle è aumentata moltissimo nelle acque degli oceani e a causa della loro difficile (quasi impossibile) degradazione, rappresentano una grande minaccia per l’ambiente e per la nostra salute.

Dove vengono impiegate le microplastiche? Le microplastiche vengono inserite all’interno dei prodotti per la cura personale. Le troviamo nei dentifrici, detergenti, maschere, scrub, e hanno il compito di svolgere una funzione levigante ed esfoliante sulla pelle. Purtroppo, il loro diametro tanto ridotto non permette ai sistemi di filtraggio delle acque di riconoscere le microplastiche che quindi, una volta risciacquate insieme al resto del cosmetico, finiscono direttamente nei corsi d’acqua per poi accumularsi, in breve tempo, nei mari e negli oceani.

Qual è il destino delle microplastiche una volta giunte negli oceani? Molti studi scientifici riportano dati preoccupanti. Le microplastiche, una volta in mare, entrano a far parte della catena alimentare e vengono ingerite sia da organismi filtratori, come i molluschi bivalvi, e sia da pesci e mammiferi di taglia maggiore. Animali che quotidianamente portiamo sulle nostre tavole e che, al di là della nostra alimentazione, dovrebbero poter condurre la propria esistenza senza venire a contatto con l’inquinamento che produciamo. Ad ogni modo, un ulteriore problema riguardante le microplastiche, è associato ai composti che vengono aggiunti ai materiali di questo tipo in fase di produzione. Composti che servono a rendere la plastica più duratura, flessibile oppure resistente ai raggi UV e il cui profilo ecotossicologico minaccia ulteriormente gli ambienti e gli abitanti marini. 

Fortunatamente, grazie all’introduzione del divieto di utilizzo, per i produttori, delle microplastiche nei cosmetici, l’Italia è diventata uno dei primi Paesi a combattere attivamente l’inquinamento marino. 

IL NOSTRO CONSIGLIO: le microplastiche all’interno dei cosmetici, possono essere facilmente sostituite da una moltitudine di materie prime naturali. Tra le principali, troviamo i semi frantumati di argan, albicocca, riso, bambù, oliva e papavero. Si tratta di ingredienti facilmente reperibili, biodegradabili, disponibili in diverse granulometrie e quindi utilizzabili per usi disparati, la cui unica differenza con le materie sintetiche sta nella forma, non sferica, delle particelle.

FONTI

  • Andrady, A.L., (2011). Microplastics in the marine environment. Marine Pollution Bulletin, 62, 1596-1605;
  • Fossi, M.C., et al. (2012). Are baleen whales exposed to the threat of microplastics? A case study of the Mediterranean fin whale (Balaenoptera physalus). Marine Pollution Bulletin, 11, 2374-79;
  • GESAMP (Joint Group of Experts on the Scientific Aspects of Marine Environmental Protection) Working Group 40, ‘Sources, fate and effects of micro-plastics in the marine environment – a global assessment’. 

FOTO

  • Shutterstock;
  • UNEP, Microplastics.

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